Frattura del gomito
Frattura del gomito: le varie tipologie
Il gomito è un'articolazione complessa che collega il braccio con l'avambraccio, mettendo in relazione tre ossa: l'omero (nella parte superiore del braccio), l'ulna e il radio (nell'avambraccio). La frattura del gomito può riguardare quindi più parti anatomiche, e in base all'osso fratturato, si può distinguere tra:
- frattura dell'omero distale: si verifica nella parte inferiore dell'omero, vicino all'articolazione del gomito. È comune in traumi come le cadute o gli incidenti automobilistici;
- frattura dell'olecrano: riguarda la parte sporgente dell'ulna, proprio dietro il gomito. Queste fratture avvengono spesso durante le cadute dove si tenta di attutire l’impatto con il gomito;
- frattura della testa (o capitello) del radio: coinvolge la parte superiore del radio, spesso causata da cadute sulla mano con il gomito esteso.
Le fratture possono essere composte (quando le ossa rimangono allineate) o scomposte (quando i frammenti ossei si spostano).
Le cause possono dunque essere incidenti in auto o moto, cadute accidentali sia in casa che in strada o durante l'attività sportiva, cadute dalla bicicletta. A rischio soprattutto chi è affetto da osteoporosi e persone anziane.
Sintomi e diagnosi
I principali sintomi di una frattura del gomito includono:
- dolore intenso;
- gonfiore e arrossamento;
- deformità visibile (nel caso di fratture scomposte);
- difficoltà a muovere l'articolazione, piegare o estendere il braccio;
- possibili ematomi.
In caso di sensazione di intorpidimento e formicolio dell'avambraccio, della mano o delle dita, potrebbero risultare coinvolti nel trauma anche i nervi.
La diagnosi di una frattura del gomito inizia con una valutazione clinica, in cui il medico esaminerà il gomito e chiederà dettagli sull'incidente. Successivamente, per confermare la frattura e valutare la gravità del danno, verranno eseguiti esami di imaging, come radiografie o, nei casi più complessi, una risonanza magnetica (RM) o una tomografia computerizzata (TC).
Trattamento e fisioterapia
Se la frattura è composta, potrebbe essere sufficiente immobilizzare il gomito con un gesso o un tutore per alcune settimane, permettendo all'osso di guarire naturalmente.
Se la frattura è scomposta o coinvolge più frammenti ossei, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico per riallineare le ossa. Durante la chirurgia, si utilizzano spesso placche, viti o perni per fissare i frammenti ossei.
Dopo il periodo di immobilizzazione o l'intervento chirurgico, la fisioterapia è fondamentale per ripristinare la piena funzionalità del gomito. A seconda del paziente e del tipo di lesione, vi sono tempistiche e tecniche differenti, tuttavia come prima cosa va ridotto il dolore, l'edema e l'ematoma con terapie fisiche (ad esempio la Tecarterapia o laserterapia).
In seguito, quando la situazione lo permetterà, si procederà a recuperare la mobilità, con tecniche manuali ed esercizi di rinforzo. Dopo un lungo periodo di immobilizzazione infatti, i muscoli e le articolazioni tendono a irrigidirsi. Attraverso esercizi specifici, il fisioterapista aiuta il paziente a migliorare la flessibilità e la capacità di movimento.
Lo scopo finale sarà quello di far tornare alla sua piena funzionalità l'articolazione del gomito.
Mediamente la riparazione di una frattura avviene tra i 20 e i 40 giorni, ma le tempistiche per la ripresa della funzionalità del gomito sono più lunghe. Quindi è fondamentale iniziare al più presto un programma di riabilitazione: se ti serve un aiuto per questo problema, puoi contattare il nostro centro a Roma per una valutazione gratuita.
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